L’anarchico non è Fotogenico è l’ultimo appuntamento della stagione sottopassaggi, della stagione culturaeculture2017.
L’anarchico non è Fotogenico è uno spettacolo di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni, con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna in collaborazione con La Corte Ospitale/progetto residenziale, Armunia/Festival Inequilibrio.
Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con le eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura. Due cow-boy, poi improbabili danzatori, si affrontano in una partitura dialettico-gestuale dall’efficacia penetrante, incisiva, sollecitando un intelletto di sobbediente e operativo, complice un testo che, passo dopo passo, si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso. Una sofisticata clownerie intellettuale, un gioco verbale alle soglie dell’assurdo.
L’azione è condotta in 3 capitoli, che si sviluppano dal nucleo centrale “Tutto è bene quel che finisce”. Dal giuramento di lppocrate al giuramento di fedeltà alla Repubblica, ciò che sembra concepito a tutela dell’interesse comune può configurarsi come una sottrazione dei diritti, da quelli che attengono al libero arbitrio a quelli legati al principio di uguaglianza. Quale linguaggio può declinare e restituire valore ai tanti bà-sta! Un’esclamazione forte, quasi performativa: la sua pronuncia vorrebbe segnare la fine di qualcosa, tracciando il limite dell’opportunità o della sopportazione. La forza dinamica di questa parola sta proprio nella sua autentica aspirazione a generare una cesura, una frattura fra presente e futuro.